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Sarcofago a kline_Roma

lug 20 2014 · Restauri

Sarcofago a kline
Sarcofago a kline
Particolare gambe putto
Particolare gambe putto
Particolare della colatura
Particolare della colatura
Particolare volto durante la pulitura
Particolare volto durante la pulitura
Pulitura con microtrapano
Pulitura con microtrapano

Campione impacco con sepiolite in acetone
Campione impacco con sepiolite in acetone
Pulitura
Pulitura
Particolare
Particolare
Dopo il restauro
Dopo il restauro

DESCRIZIONE

Il coperchio di sarcofago raffigura un letto ligneo, rifinito solo nella parte anteriore. Sul letto è adagiato un ragazzo di dodici o quattordici anni circa, alto 1.38 cm. Alla mano ha due anelli, uno all’anulare e uno al mignolo; sotto la mano, che poggia sul letto, nasconde un uovo. Dietro il fanciullo, sul lato destro, resta parte del corpo di una figuretta infantile curva in avanti e appoggiata al ragazzo, come a guardare o a porgere qualcosa a quest’ultimo. L’uovo, il serpente e l’amorino sono simboli della morte. Il piccolo amorino è il genio della morte e forse del defun­to stesso, visto come compagno ideale per affrontare il viaggio verso l’ignoto. L’uovo, simbolo della vita, è tenuto delicatamente in mano e verso di esso striscia il serpente, pronto a succhiarne l’essenza e quindi la vita stessa. Il coperchio è stato concordemente datato all’età augustea per l’indirizzo classicistico del modellato del cor­po, sfumato e un po’ molle per la pettinatura. La datazione si deve però abbassare perché la pettinatura differisce da quella tipica dell’età augustea, e si afferma soltanto qualche decennio più tardi. Il volto è ricco di sfuma­ture tenui che accentuano la florida freschezza del ragazzo, mentre le leggere ombre sotto gli occhi rendono anco­ra più tristemente romantico e sperduto lo sguardo. Questi caratteri si affermano poco prima del regno di Nerone.

STATO DI CONSERVAZIONE

L’analisi visiva, ha permesso di effettuare un’attenta diagnosi sullo stato di conservazione del manufatto. Il manufatto è composto da otto frammenti di varie dimensioni. Il coperchio di sarcofago e i frammenti presentano depositi superficiali localizzati, quali polvere e guano. La polvere è depositata su tutta la super­ficie del sarcofago e su tutti i frammenti. Il guano è localizzato nelle vicinanze del piede destro, sul lato sinistro del capezzale, sull’himation che ricopre il ginocchio sinistro e sui frammenti. Sul retro del sarcofago è ben visibile uno strato superficiale di sostanze scure coerenti fra loro ed estranee al materia­le lapideo. Nella stessa zona si notano delle tracce di colatura ad andamento verticale e parallelo. Il manufatto presenta inoltre molte zone di mancanze: avam­braccio e piede destro del fanciullo, parte inferiore del setto nasa­le; testa, busto e arti superiori  (tranne la mano sinistra) dell’amorino; parte della testa del serpente. Lungo quasi tutta la superficie del manufatto è visibile il pitting: formazione di numerosi e ravvicinati fori di pochi millimetri. Il letto ed alcune zone dell’himation presentano delle scagliature (parti di forme irregolari). Sulla parte anteriore del letto è visibile una discontinuità del materiale, delle frammentazioni provo­cate probabilmente da urti che ha subito il sarcofago durante il trasporto dalla zona di ritrovamento alla zona attuale dov’è collocato. Alcune zone stuccate ci rimandano ad un intervento di restauro precedente. Le stuccature, ben visibili, sono state effettuate per ricostruire il gomito del braccio del fanciullo e una piccola zona delle gambe dell’amorino. Delle vecchie ricomposizioni di frammenti con un vincolo metallico non idoneo e non rimosso, hanno provoca­to delle macchie di ossido di ferro, ben visibili per la loro colorazione bruna- rossiccia, soprattutto sul frammento di maggiori dimensioni. Su alcune zone del letto sono presenti delle tracce di lavorazione non terminata attraverso l’uso di sub­bia, gradina e raspe; mentre sulla parte posterio­re del serpente (lungo la coda), sono visibili dei se­gni paralleli anch’essi non portati a compimento e probabilmente effettuati a scopo decorativo.

INTERVENTI DI RESTAURO

La prima operazione da compiere è la rimozione di depositi polverosi superficiali con l’uso di un aspirapolvere. Segue l’esecuzione di test di pulitura con mezzo acquoso, cotone idrofilo e spazzolino, che aiuta ad ammorbidire e rimuovere i depositi di guano e polvere e a portare alla luce il marmo . I test di pulitura sono stati effet­tuati in alcune zone del sarcofago per verificarne l’efficacia. Rimossi i depositi superficiali polverosi sono stati eseguiti dei test di pulitura con acetone e cotone idrofi­lo e successivamente degli impacchi di sepiolite e acetone. Gli impacchi di sepiolite e acetone non hanno portato risultati soddisfacenti. Si prosegue il trattamento di pu­litura applicando degli impacchi di soluzione acquosa al 10% di bicarbonato d’ammonio in sepiolite e polpa di cel­lulosa, per eliminare le colature ai lati fratturati del letto, sul retro e sul frammento di maggiori dimensioni. Il composto va distribuito omogeneamente per uno spessore di circa 1 cm. fino a coprire l’estensione desiderata. Il tempo di applicazione è stato testato preventivamente in piccole porzioni di superficie partendo da tempi minimi e aumentando gradualmente fino a quello più adatto. In questo caso il tempo d’azione ottimale dell’impacco è stato di circa mezz’ora. Rimosso manualmen­te l’impacco, dopo il tempo di applicazione scelto, è stata eseguita una rimozione meccanica a bisturi, seguita da una rifinitura meccanica della pulitura con l’utilizzo del microtrapano, per eliminare le colature più resistenti. Dopo la pulitura sono state rimosse meccanicamente tutte le vecchie integrazioni in gesso tramite l’utilizzo del bisturi, le zone sono state pulite con acqua e spazzolino per rimuovere le tracce di gesso e polvere. Successivamente è stato effettuato un impacco con kleenex e bi­carbonato d’ammonio in H2O al 10%, per eliminare i residui di sporco all’interno delle superfici di frattura. Dopo la pulitura al gomito destro del fanciullo, il frammento è stato assemblato tramite una resina epossidica bi­componente.

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